La rete non ci salverà di Lilia Giugni (Longanesi, 2022)
Se ci chiedessero di pensare al fenomeno più significativo degli anni in cui siamo nate e cresciute probabilmente non avremmo dubbi nel rispondere: la rivoluzione digitale. Ricordiamo ancora con esattezza il primo computer nelle nostre case, la linea del telefono interrotta per connettersi a internet, e poi i forum, i blog, le prime chat e i social network. Ma anche il giorno in cui il nostro cellulare è diventato uno smartphone e quello in cui abbiamo aiutato i nostri genitori a installare il primo modem wi-fi.
L’impatto che tutto questo ha avuto sulle nostre vite è lampante, così com’è lampante quanto queste nuove tecnologie ci abbiano facilitato (e spesso migliorato) la vita. Se ci domandassero, invece, quanto la rivoluzione digitale ha influito negativamente sulle nostre vite forse le nostre risposte sarebbero più vaghe, meno a fuoco, ma certamente non mancheremmo di citare episodi di bullismo e violenza online, la crescente polarizzazione delle opinioni, il revenge-porn, l’ansia sociale provocataci dai social network…
Se ci chiedessero, infine, di provare a descrivere tutto questo in un’ottica di genere e di classe, sicuramente ci perderemmo in bicchier d’acqua, perché il rapporto tra capitalismo, patriarcato e digitalizzazione è così complesso e articolato (e quindi così bisognoso di essere sviscerato) che non sapremmo da che parte iniziare. Come spesso facciamo, abbiamo chiesto aiuto a qualcuna più brava di noi, quindi oggi ne parliamo con Lilia Giugni, ricercatrice femminista e docente di Innovazione sociale, che ha da poco pubblicato un saggio sull’argomento: La rete non ci salverà (Longanesi).
Sì, se siete qui da molto tempo forse vi ricorderete di lei: con Lilia avevamo già parlato di progettazione urbana e giustizia sociale in un’ottica femminista nei primi mesi del 2021. Qui potete recuperare la nostra conversazione.