RuPaul a Sanremo con Elton John nel 1994 (qui il video della performance)
Impugnare l’eyeliner per prendere in mano se stesse
Ho scoperto dell’esistenza di RuPaul’s Drag Race colpevolmente tardi (qui è Giulia P. a parlare). Durante gli ultimi mesi di lockdown, a inizio 2021, il mio coinquilino dell’epoca mi ha iniziata a questo talent/reality show e alla figura dirompente di RuPaul. Le stagioni del programma erano già svariate decine, declinate in diversi Paesi del mondo, con il loro lessico specifico, l’immaginario e i personaggi ricorrenti. Il binge watching e le visioni collettive sono stati tra i momenti più divertenti di quei giorni.
Anche per questo motivo, in occasione dell’arrivo della terza stagione dell’edizione italiana del programma, che comincia oggi su Paramount +, abbiamo deciso di dedicare una newsletter al fenomeno Drag Race.
Per quanto riguarda l’Italia, nelle nuove puntate troveremo in giuria le veterane Priscilla e Chiara Francini, e le new entries Paola Iezzi e Paolo Camilli, mentre gli ospiti vanno da Tiziano Ferro ad Anna Dello Russo, Sabrina Salerno e Filippo Timi.
L’edizione nostrana, però, è solo una piccola parte della macchina complessa che è Drag Race. Ed è per questo che Giulio Sanseverino, traduttore nella vita e fan esperto del programma, ha accettato di raccontarci il suo funzionamento e l’impatto culturale e mediatico che ha avuto, fin dal primo episodio del 2009.
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